Le origini: José de Anchieta (1534 – 1597)

Esta virtude estrangeira/me irrita sobremaneira./Quem a teria trazido,/com seus hábitos polidos/estragando a terra inteira?
(Questa virtù straniera mi irrita oltremodo. Chi l’avrà portata, con le sue usanze civili, rovinando tutta la terra?).

È il diavolo Guaixará a parlare, personaggio negativo dell’Auto de São Lourenço, opera teatrale didascalica in cui si rappresenta una guerra tra santi della tradizione cristiana e demoni dai nomi, dalle fattezze e dai vizi tipicamente indigeni, e José de Anchieta ne è l’autore.

Nato da una ricca famiglia a Tenerife, José de Anchieta all’età di quattordici anni si trasferisce a Coimbra, dove studia e prende i voti; a soli diciannove anni, nel 1553, parte missionario per il Brasile e, sotto la direzione del Padre Gesuita Manuel da Nóbrega, redige le lettere di aggiornamento da inviare in patria, ma soprattutto si occupa di indottrinare e convertire i nativi.

L’opera di José de Anchieta è quindi caratterizzata da una perfetta combinazione funzionale e letteraria: per quanto tutti i suoi scritti abbiano la finalità di ottenere la conversione, la pietà e la lode di Dio, non si possono affatto disconoscere i meriti di una costruzione letteraria estremamente raffinata.

Anchieta impara velocemente il tupi-guarani, parlato dai nativi, arrivando perfino a redigere un’intera grammatica di questa lingua, la Gramatica da lingoa mais usada na costa do Brasil, oltre che un catechismo da utilizzare nell’opera di conversione.

L’opera che meglio rappresenta quanto detto è il già citato Auto de São Lourenço, in cui si combinano l’intento didascalico, l’abilità letteraria dell’autore e l’alternarsi del portoghese e della lingua locale.

L’Auto viene rappresentato per la prima volta il giorno di S. Lorenzo, nella cittadina di Niterói. Questa, sommariamente, è la vicenda: San Lorenzo, San Sebastiano e l’Angelo Custode difendono il villaggio da tre diavoli – Guaixará, Aimbirê e Saravaia – che tentano di distruggerlo; il Timore verso Dio e l’Amore avranno la meglio sui demoni.

Ecco un estratto del secondo atto in cui i demoni (dai nomi tupi), in veste di rappresentanti di tutti i mali elogiano i costumi e i vizi più ricorrenti fra i nativi, nonchè i più biasimati dalla dottrina cristiana:

Meu sistema é o bem viver./Que não seja costrangido/o prazer, nem abolido./Quero as tabas acender/com meu fogo preferido/Boa medida é beber/cauim até vomitar./Isto é jeito de gozar/a vida, se recomenda/a quem queira aproveitar./ A moçada beberrona/trago bem conceituada./Valente é o que se embriaga/e todo o cauim entorna,/ e à luta então se consagra./ Que bom costume é bailar!/Adornar-se, andar pintado,/tingir pernas, empenado,/fumar e curandeirar,/andar de negro pintado./ Andar matando de fúria,/ amancebar-se, comer/um ao outro, e ainda ser/espião, prender Tapuia,/desonesto a honra perder./ Para isso com os índios convivi./Vêm os tais padres agora/ com regras fora de hora/pra que duvidem de mim./Lei de deus que não vigora.

Il mio sistema è il viver bene./Che non sia costretto il piacere né abolito./ Voglio infiammare i villaggi/con il mio fuoco preferito./ Buona misura è bere/cauim fino a vomitare./ Questo è il modo di godersi/la vita, e si raccomanda a chi se ne voglia giovare./ Della gioventù ubriacona/ho molta considerazione./ Valoroso è chi si ubriaca/e tutto il cauim tracanna,/e alla lotta si consacra./ Che bella usanza è il ballo!/Adornarsi, imbellettarsi,/tingere le gambe, coperto di piume/fumare e fare lo stregone,/andare in giro dipinto di nero./Andar uccidendo con violenza,/accompagnarsi alle donne, mangiarsi/l’un l’altro, e in più fare/la spia, catturare un Tapuia,/essere disonesto e perdere l’onore./Per questo/con gli indi ho convissuto./Vengono questi preti adesso/con regole fuori luogo/perchè dubitino di me./ Legge di dio che qui non ha valore.

José de Anchieta muore all’età di 63 anni a Reritiba (attuale Anchieta); gli indigeni trasportano il suo corpo per ottanta chilometri, fino a Vitória, dove viene sepolto. Nominato dalla Chiesa Cattolica l’Apostolo del Brasile, Anchieta viene beatificato nel 1980 da Papa Giovanni Paolo II.