Deforestazione Amazzonia ai minimi storici

BRASILIA (Reuters) – La distruzione della foresta pluviale amazzonica ha toccato il livello più basso degli ultimi 21 anni. Lo ha detto ieri il governo brasiliano, favorendo le sue credenziali nel campo dell’ecologia alla vigilia del vertice mondiale sul clima.

La deforestazione si è ridotta del 45% nell’anno che si è chiuso a luglio, “fermandosi” a 7.008 chilometri quadrati, la cifra più bassa da quando l’Istituto nazionale per gli studi spaziali brasiliano ha cominciato a monitorare la distruzione della foresta più grande del mondo, nel 1988.

“Stiamo facendo pulizia in casa nostra”, ha detto ai cronisti Dilma Rousseff, capo dello staff del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, nel corso di una conferenza stampa organizzata nella capitale del paese, Brasilia.

L’attesa di una notevole diminuzione si basa sulle prime cifre fornite dall’agenzia spaziale, la quale impiega satelliti per misurare la deforestazione.

Il Brasile è stato sotto pressione per anni perché rallentasse l’intrusione di boscaioli e proprietari di ranch, che sono ritenuti i principali responsabili della distruzione della foresta, che dagli anni Settanta ha perso circa il 20% della sua superficie.

La deforestazione in Brasile ha raggiunto un picco di 27.329 chilometri quadrati nell’anno 2003/2004.

Il governo sostiene che la diminuzione della deforestazione sia la conseguenza del miglioramento dei controlli operati dalle autorità, ma secondo gli ambientalisti avrebbe contribuito anche la riduzione della domanda di alcuni beni provocata dalla crisi globale. In passato, la deforestazione era aumentata ogni volta che era cresciuta la domanda di semi di soia, carne e legname.

La gestione brasiliana dell’Amazzonia, la cui distruzione conta per circa due terzi delle emissioni di anidride carbonica, dovrebbe essere uno dei temi cruciali del prossimo summit di Copenaghen, dal quale ci si aspetta un nuovo trattato per combattere il cambiamento climatico.

“Oggi siamo consapevoli che la questione del clima è la più seria che ci troviamo di fronte”, ha detto Lula, che ha definito il crollo della deforestazione una cosa “straordinaria”.

Il ministro dell’Ambiente ha proposto di far derivare la metà di quel 40% di emissioni che il Brasile ha promesso di ridurre dalla riduzione della deforestazione. Il governo si è prefisso di ridurre la deforestazione dell’80% entro il 2020, basandosi sulla media di 19.500 chilometri quadrati l’anno registrata tra il 1996 e il 2005.

L’organizzazione ambientalista Greenpeace ha detto in una nota che se è vero che la netta riduzione è importante, è altrettanto vero che il processo di distruzione della foresta è ancora troppo grande e che l’obiettivo del governo non è abbastanza ambizioso.

“Il presidente … si considera felice se in 11 anni la foresta amazzonica si ridurrà ogni anno ad un ritmo di poco inferiore ad una dimensione pari a tre città della grandezza di San Paolo”, ha detto, riferendosi alla più grande città del Sud America.