Il carnevale brasiliano

L’entrudo

Fu dunque grazie ai portoghesi che l’entrudo sbarcò nella città di Rio de Janeiro nel 1641. Il termine, derivato dal latino “introitus” significava “entrata”, “inizio”, parola con la quale la chiesa chiamava l’inizio delle solennità legate alla Quaresima.

Ad ogni modo, sempre secondo la Pereira de Queirós, le festività dell’entrudo già esistevano ben prima del Cristianesimo: erano celebrate nello stesso periodo dell’anno per festeggiare l’inizio della primavera.

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Con l’avvento del Cristianesimo e la supremazia culturale della chiesa Cattolica, questa festività passò a far parte del calendario religioso, collocata dal Sabato Grasso al Mercoledì delle Ceneri.

Con il tempo e in seguito a insistenti proteste l’entrudo divenne più “civilizzato”, acquisendo maggior grazia e leggerezza, sostituendo i tratti più grossolani con altri meno fastidiosi, come i limões de cheiro (limoni di profumo, piccole sfere di cera piene di acqua profumata), o come i fiaschi di gomma pieni di vino, aceto o ribes. Questi ultimi furono i precursori dei “lancia-profumo” introdotti nel 1885.

Poco dopo vennero introdotte le “fantasias”, i costumi, che danno al carnevale brasiliano un tocco di eleganza e gli fanno compiere un altro passo verso le sfilate delle scuole di samba così come le conosciamo oggi.

Senza il suono della musica era ancora tutto molto precario: l’entrudo non possedeva un ritmo o una melodia che lo simboleggiasse. Solo a partire dalla prima metà del XIX secolo, con l’introduzione dei balli in maschera di origine europea, si poté notare una struttura musicale più sofisticata.